La mimica dei mondi (qualche poesia fuoritempo)

 11,50

Autore:
Alessandro Barbato

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Le poesie contenute in La mimica dei mondi vorrebbero proporsi come piccolo, forse anche modesto, se non misero itinerario in versi alla ricerca di quegli insoliti frammenti di quotidiana esistenza in cui pare, per pochi eletti istanti, venire meno la frattura che ci isola in monadi rumorose e sorde, impossibilitate a recepire o in un certo senso, a decifrare il richiamo assoluto e sovraindividuale del mondo intorno e dentro di noi. Una sorta di laico misticismo poetico che si presentifica attraverso il tentativo, ingenuo e malinconico però, di ricreare l’alfabeto delle relazioni tra sé e altro da sé, tra io e mondo, accordando i sensi ai suoni e al ritmo profondo della Terra, delle stagioni, del tempo presente e del passato: estremo valico che si vorrebbe poter attraversare con lo strumento, che si sa essere un po’ spuntato probabilmente, della poesia. La silloge si articola in due sezioni, ciascuna introdotta da un piccolo corsivo proemiale, non prive di richiami e parallelismi, il lessico volutamente medio, con qualche rara ricercatezza accostata a termini di registro colloquiale va a comporre, in una sorta di stridore dei sensi, un tessuto espressivo allusivo e metaforico, in cui le dimensioni del suono e dell’immagine talvolta sembrano prevalere su quella del senso; che continua a restare il più delle volte ineffabile, sfuggente allo stesso io lirico, che continua, quasi come per un “vizio esistenziale” a cercarlo mediante l’insistito dialogo poetico con un Tu desiderato e lontano, altrettanto enigmatico e sfuggente.

«[…] Se avessimo la forza di lasciare
al loro vento i canti e al corpo il tempo,
saremmo forse liberi cadendo
nella luce. Sarebbe come ridere
e leggeri, nell’aria imprigionata
nel grembo dei tuoi pesi, riconoscere
da capo ogni colore, raccontare
a una a una, dal principio antiche storie.»

 

Alessandro Barbato

Alessandro Barbato (Roma, 1975) dopo la laurea in Lettere, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in antropologia sociale presso l’EHESS di Parigi dedicandosi allo studio dei rapporti tra nuove scienze umane e letteratura, in particolare nell’opera di Michel Leiris e Pier Paolo Pasolini. Ha pubblicato su tale tematica diversi saggi, in lingua italiana e francese, e una monografia; è inoltre collaboratore del blog dedicato al Poeta friulano «Le pagine corsare». È stato membro del comitato di redazione della rivista di settore «Civiltà e religioni», oltre che di diversi gruppi di ricerca legati alle cattedre di Storia delle Religioni e di Antropologia delle religioni della Facoltà di Lettere dell’Università UNIROMA2. Grande appassionato di poesia contemporanea, ha pubblicato liriche su rivista, blog letterari e nel 2019 la silloge Il fiore dell’attesa, confluita nel 2020 nella raccolta Solamente quando è inverno. Attualmente insegna materie letterarie presso le Scuole Ebraiche di Roma.